da domani dieta

In questi giorni di festa è facile eccedere nel cibo: lasagne, arrosti, panettoni, pandori, cioccolatini, torroncini e poi vino, spumante e quindi frutta secca.dieta_3Tutto questo è segno di festa ma l’occhio alla bilancia o i pensieri di colpa sono dietro l’angolo. Dopo ogni lauto ed abbondante pasto è facile sentire l’espressione “questa sera non ceno” oppure la più classica “da domani mi metto a dieta!”.

Ma se è facile lasciarsi andare al piacere della tavola altrettanto non è perdere quel paio di chili presi durante le festività.

Un aiuto pratico ci viene dalla mindfulness e dalla strategia di “mangiare consapevole”.

Cosa c’è in gioco nell’alimentazione inconsapevole?

Dipende, i casi possono essere diversi a seconda che si trangugi il cibo o si cerchi di seguire una dieta. Quando si ingurgita il cibo in genere si pensa ad altro e non si assapora veramente quello che c’è nel piatto. Vi è mai capitato di avere nel piatto una portata deliziosa e, una volta finita, chiedervi “ma che gusto aveva questo piatto?” “è già finito e non sono riuscito a gustarlo”. In quei momenti reagiamo alla vista del cibo con l’impulso di divorarlo, con appetito oppure anche senza. Non cogliamo le sensazioni di sazietà più sottili e pensiamo al boccone successivo prima ancora di avere finito di masticare quello che abbiamo in bocca. Di solito riempiamo la forchetta o il cucchiaio già molto prima di aver finito di inghiottire un boccone. A volte mangiamo per calmarci, per distrarci da pensieri o stati d’animo spiacevoli con le gradevoli sensazioni del mangiare. Non assaporando il cibo, non lo apprezziamo veramente, e quasi inevitabilmente non facciamo caso alla fatica che è servita per ottenerlo o prepararlo. Mangiare in questo modo può servire a trovare conforto per qualche momento, ma non è un’esperienza molto ricca o significativa e crea spesso problemi di salute.

E poi decidiamo di metterci a dieta: inizia la lotta con le calorie e cominciamo a preoccuparci di ciò che mangiamo. Ogni pasto diventa una battaglia tra desiderio e forza di volontà. Ogni pasto è un successo o un fallimento. Un momento ci congratuliamo con noi stessi per come ci siamo controllati e l’attimo dopo ci ritroviamo ad eccedere. Si creano così gli effetti di violazione dell’astinenza, ovvero l’odio di sé e l’impulso a rinunciare, che proviamo quando manchiamo al nostro obiettivo di astinenza. A tutto ciò si aggiunge un ventaglio infinito di pensieri autocritici riguardo a quanto siamo grassi, brutti, deboli di volontà, di controllo.

E come reagiamo?

Mangiando per cercare conforto!

La pratica della mindfulness offre una alternativa: mangiare consapevolmente.

Come si fa? Prestando attenzione al cibo usando i sensi: vista, olfatto, gusto e laddove possibile il tatto.

La vista del cibo è fondamentale per preparaci a gustarlo davvero. Un piatto va visto con calma, piacere, sentendone il profumo, gustandone la preparazione, usiamo la vista per pregustarlo. Un piatto che profuma va annusato. Il naso assorbe il profumo trasmettendoci già una sensazione di piacevolezza e di conforto. Inoltre prendere un panino con le mani ci permette di sentirne la consistenza, la morbidezza, la fragranza preparandoci a dosare la forza con la quale addentarlo.

Tutto il processo è già mangiare.

Quando rivolgiamo un’attenzione consapevole all’intero processo del mangiare, tendiamo a prendere atto di esperienze che altrimenti passerebbero inosservate. Vediamo le relazioni tra i pensieri, le emozioni e il consumo di cibo: potremmo accorgerci di mangiare più lentamente quando siamo in pace e rapidamente quando c’è qualcosa che non va. Impariamo a riconoscere e a tollerare meglio le emozioni, invece di rivolgerci automaticamente al cibo per stemperarle. Possiamo anche utilizzare il pasto come un’opportunità per apprezzare la nostra connessione con il mondo. Possiamo apprezzare tutti gli sforzi che sono stati fatti per produrre, trasportare, preparare il cibo, e gli straordinari processi naturali attraversi i quali l’energia solare si è trasformata in ciò che vediamo nel nostro piatto.

La pratica della mindfulness può essere molto utile per risolvere i problemi connessi al cibo. Se però essi dominano la vostra vita, prendete in considerazione la possibilità di rivolgervi ad uno psicoterapeuta che vi aiuterà a identificare i pensieri e le emozioni che stanno dietro al vostro comportamento e a trovare dei modi più sani per affrontarli.

“Qui e ora” Ronald D. Siegel

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