QUESTO è il momento che dobbiamo affrontare

Per noi spunta solo quel giorno al cui sorgere siamo svegli.”

Henry David Thoreau, Walden

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Sapete una cosa? Quando si tratta di arrivare da qualche parte, ovunque voi andiate, ci siete. Qualsiasi cosa abbiate voluto compiere, è quella che avete compiuto.

Qualsiasi cosa state pensando, è questo che avete in mente.

Qualsiasi cosa vi accade è già accaduta.

L’interrogativo importante è come vi comporterete; in altre parole: “ed ora?”

Per consentirci di avere piena coscienza della situazione in cui ci troviamo, qualunque essa sia, dobbiamo imporci una pausa sufficientemente lunga per inquadrare il presente; sufficiente per sentirlo, vederlo nella sua pienezza, esserne consapevoli per conoscerlo e capirlo meglio. Solo allora potremo accettare la verità di quel momento della nostra vita, trarne esperienza e continuare. Invece diamo troppo spesso l’impressione di occuparci del passato, di ciò che è accaduto o di un futuro non ancora arrivato, che non c’è. Aspiriamo a trovarci altrove, dove speriamo la situazione sia migliore, più felice, come preferiremmo che fosse o com’era un tempo. Il più delle volte siamo solo in parte consapevoli di questa tensione interiore, ammesso che non la ignoriamo del tutto. Questo vale anche per quanto stiamo facendo nella e della nostra vita, ossia per gli effetti che le nostre azioni e, più velatamente, i nostri pensieri hanno su ciò che vediamo e non vediamo, facciamo e non facciamo.

Prendere atto significa “consapevolezza”. La tecnica del risveglio da questa irrealtà è la meditazione, la pratica sistematica della lucidità, della consapevolezza del momento che si vive. Questo risveglio procede di pari passo con ciò che potremmo definire “saggezza”, una penetrazione più profonda di causa ed effetto, della correlazione tra le cose, che ci impedisce di farci irretire da una realtà frutto della nostra immaginazione. Per trovare la nostra strada occorrerà prestare maggiore attenzione a questo momento, l’unico che ci consente di vivere, crescere, sentire e cambiare.

Quando parliamo di meditazione è importante precisare che non si tratta di un’attività curiosa o esoterica, come spesso ritiene la nostra cultura popolare. Non significa mutarsi in una specie di zombie, in un vegetale, in un narciso rinchiuso in se stesso, un fanatico, un devoto, un mistico o un filosofo orientale. Meditare significa essere presenti a se stessi, approfondire la propria autocoscienza. Significa renderci conto che, ci piaccia o meno, stiamo percorrendo un cammino, il cammino della nostra vita; la meditazione può aiutarci a capire che in quanto tale ha una direzione ed è in costante evoluzione, momento per momento; ciò che accade ora, in questo istante, influenza gli avvenimenti successivi.

Attenzione: la meditazione non è una panacea, né una soluzione a buon mercato dei problemi della vita. Una vita piena è dipinta con ampie pennellate e molte sono le vie che possono condurre alla comprensione e alla saggezza. Ciascuno di noi ha esigenze diverse e progetti degni da perseguire nel corso della vita. Ciascuno deve tracciare una rotta adeguandola alle proprie aspirazioni.

Il lavoro difficile? Praticare la meditazione, praticarla al momento opportuno, quando sarete disposti ad ascoltare con attenzione la vostra voce, il vostro cuore, il vostro respiro senza guardare altrove o far qualcosa di meglio o di diverso: questo, è un lavoro difficile.

Dovunque tu vada ci sei già.” Jon Kabat – Zinn

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