pensare MALE fa MALE

Ansia, depressione, sensi di colpa, vergogna, rabbia, sono emozioni che proviamo comunemente e quotidianamente.pensare_ Quando le emozioni sono troppo intense e/o durature nel tempo rispetto alla situazione nella quale ci troviamo, allora possiamo prendere in considerazione l’eventualità di avere un problema emotivo. Per esempio, la depressione che segue un lutto o una perdita grave economica è un fenomeno assolutamente normale, così come l’ansia che proviamo prima di un esame o prima di incontrare una persona importante. Al contrario, se un diverbio con qualcuno ci fa stare male per diversi giorni o settimane, se piccoli difetti nelle cose che facciamo ci fanno sentire una nullità, se compiere una attività quotidiana come fare la spesa, passeggiare o parlare con i colleghi di lavoro genera ansia intollerabile, siamo probabilmente di fronte a qualcosa di diverso da una semplice reazione emotiva.

La psicologia fin dagli albori si è occupata di problemi emotivi, con risultati non sempre brillanti. Infatti, mentre alcuni disturbi sono descritti e conosciuti fin da tempi remotissimi, descrizioni di depressione e disturbi d’ansia si trovano in scritti egizi e greci, è solo negli ultimi anni che possiamo realmente affermare di possedere una serie di procedure rigorose e scientifiche per il loro trattamento.

Ormai è assodato che il punto di svolta che ha permesso un più efficace approccio alla gestione dei problemi emotivi corrisponde alla comparsa e alla diffusione negli anni Sessanta del modello cognitivo comportamentale in psicologia. Tale modello postula una relazione complessa tra emozioni, pensieri e comportamenti, ma quello che più interessa è che, in accordo con il modello, molti dei nostri problemi, sono influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora. Ciò significa che, agendo attivamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali possiamo liberarci da molti problemi che ci affliggono o perlomeno trovare un equilibrio di maggior benessere.

La ricerca in psicologia ha dimostrato che, in molti casi, l’analisi e la modificazione dei nostri comportamenti e pensieri attuali è il metodo migliore per migliorare la qualità di vita percepita. Ma anche qui nulla di nuovo sotto il sole. Già nel 120 DC Epitteto scriveva: “più che dagli eventi l’uomo è turbato dalla sua opinione degli eventi. Non è terribile la morte, ma l’etichetta di terribilità che le diamo. Problemi, turbamenti, angosce sono nei nostri pensieri.”

Ma cosa significa cognitivo? Significa sia “processi di conoscenza” sia “conoscenza” o “percezione”. Gli psicoterapeuti cognitivi pongono l’accento sui pensieri e convinzioni legate ai nostri stati d’animo, comportamenti, esperienze fisiche ed eventi della nostra vita. Una delle loro idee centrali è che la nostra percezione di un evento o esperienza influenza enormemente le nostre risposte emotive, comportamentali e fisiologiche a essa.

Per esempio, se siamo in fila al supermercato e pensiamo “mi porterà via un sacco di tempo, è meglio che mi rilassi”, è probabile che ci sentiremo calmi. Il nostro corpo resterà calmo, rilassato e potremo iniziare a conversare con qualcuno. Invece, se pensiamo “ questo supermercato è gestito malissimo, è assolutamente inconcepibile stare in fila per il prosciutto tutto questo tempo!” ci sentiremo arrabbiati. Il nostro corpo sarà teso e agitato, e passeremo il tempo nell’attesa guardando l’orologio o protestando con i vicini e con il commesso.

Pensare non è la panacea per ogni male, ma è sicuramente un metodo valido e provato per conoscere se stessi e portare un maggiore equilibrio e benessere nella nostra vita.

Pensare è gratis, proviamoci.

Se pensiamo di aver bisogno di una guida, non esitiamo a contattare uno specialista perchè come recita un famoso slogan pubblicitario “noi valiamo”.

“Penso, dunque mi sento meglio” D. Greenberger, C.A. Padesky

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