Lasciar correre

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La frase “lasciar correre” è una tipica espressione di chi vuole consolare. Amici e famigliari quando sentono per la ennesima volta il triste o arrabbiato racconto della sventura che ci è capitata cominciano ad esprimersi con “lascia correre, lascia stare”. Ma, guardandone il senso pratico, è davvero un consiglio superficiale o c’è altro?

Lasciar correre è un’espressione che si spiega in effetti da sola. È un invito a smettere di aggrapparsi ad alcunché, un’idea, un oggetto, un avvenimento, un’occasione, un punto di vista, una parola o una delusione. È la decisione consapevole di abbandonarsi in piena accettazione al flusso dei momenti presenti man mano che si susseguono. Lasciar correre significa rinunciare alla coercizione, alla resistenza, alla lotta in cambio di qualcosa di più forte e completo che è la conseguenza immediata del lasciare le cose come stanno, senza farsi condizionare da propensioni o repulsioni, dall’intrinseca viscosità di desideri, simpatie, antipatie. È come lasciare aperto il palmo della mano liberando dalla stretta ciò che vi era racchiuso.

Ma si può essere invischiati non solo dai desideri materiali. Né si tratta unicamente di rimanere aggrappati con le proprie mani. Si mantiene la presa soprattutto con la mente. Restiamo prigionieri, bloccati noi stessi, attaccandoci spesso disperatamente a concezioni meschine, speranze fini a se stesse. Lasciar correre significa veramente preferire la trasparenza alle forti pulsioni delle nostre simpatie e antipatie personali e all’inconsapevolezza con cui vi rimaniamo affezionati. Essere trasparenti comporta lasciare interagire paure ed insicurezze nell’ambito della piena consapevolezza.

Lasciar correre è possibile unicamente riconoscendo e accettando la scomoda realtà dello stato d’immobilismo in cui ci troviamo, ammettendo l’esistenza di uno schermo inconscio fra noi e i nostri interlocutori che filtra, colora, piega e distorce la visione. In questi momenti di disagio potremo aprirci, soprattutto se saremo capaci di captarli consapevolmente ammettendo di essere prigionieri della spirale dell’avidità, dell’egoismo e dell’ostilità per salvaguardare il nostro interesse.

Tranquillità, comprensione e saggezza si possono ottenere solo nei momenti di completezza, in cui né si cerca né si afferra né si respinge alcunché.

È una situazione verificabile.

Fate una prova per vostra soddisfazione: vedrete voi stessi che lasciar correre quando una parte di voi oppone resistenza produrrà una gratificazione più profonda regalandovi la vera percezione che noi siamo soprattutto ciò che pensiamo.

Dovunque tu vada ci sei già.” Jon Kabat-Zinn

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